22 giugno 2013
Trent’anni fa oggi, il 22 giugno 1983, la Juventus compiva una delle più grandi rimonte della propria storia. Impegnata nella finale di Coppa Italia contro il Verona e reduce dalla sconfitta per 2-0 patita al Bentegodi, la squadra di Giovanni Trapattoni ribalta tutto al ritorno, vince 3-0 al Comunale e alza al cielo di Torino il suo 7° trofeo nazionale.
Un’impresa straordinaria, non solo per il ribaltamento del risultato. Ma anche per tutta una serie di condizioni in cui si gioca il match. La sfida con i veneti arriva alla fine di una stagione a dir poco massacrante.
La Juventus è infarcita di eroi del Mondiale di Spagna e si è ulteriormente rinforzata con gli arrivi di Michel Platini e Zibì Boniek. Ma nonostante tutte le premesse, la stagione è anche senza trionfi quando arriva l’ultimo atto della Coppa Italia. Lo Scudetto è finito a Roma e la cavalcata di Coppa dei Campioni si è fermata all’ultimo sforzo, nella finale di Atene contro l’Amburgo.
E il 2-0 patito in trasferta, appena tre giorni prima, rischia di rendere vano anche l’assalto al trofeo nazionale. Ma il 22 giugno, la Juventus tira fuori tutte le energie rimaste e un cuore grande così. Paolo Rossi sblocca quasi subito la partita, dimostrando che i bianconeri ci credono. La rimonta si completa solo a una decina di minuti dalla fine, quando Michel Platini trova in gol del 2-0 che porta le squadre ai supplementari.
Il francese, che il giorno prima ha compiuto 28 anni, si regala un’altra festa realizzando il 3-0 proprio allo scadere del secondo tempo supplementare. Per la Juventus è il completamento della rimonta e un successo che vale la vittoria della Coppa Italia, la 7ª della serie, sicuramente una delle più belle. Indimenticabile ancora oggi, a 30 anni di distanza.