25 maggio 2013
Ci sono stati due Gigi Buffon in questa stagione, entrambi perfettamente complementari nel rendere ancora più unico un campione straordinario. C’è stato il giocatore, fenomenale, come sempre: in campionato ha giocato 2880 minuti. Più di lui sono stati impiegati solo Bonucci, Barzagli e Pirlo, ma va dato atto a Gigi di aver doverosamente lasciato la scena a Storari nelle ultime gare. E’ stato in campo in 32 partite, la metà delle quali le ha concluse senza incassare reti. In serie A nessuno ha fatto meglio, neanche se si guarda la percentuale di interventi effettuati sul totale dei tiri subiti: 79,12%.
Un fenomeno tra i pali, ma anche una sicurezza con il pallone tra i piedi. Il gioco di Conte impone di non buttare mai via il pallone e questo obbliga Gigi a evitare il più possibile i rinvii lunghi. Basti dire che in tutta la stagione ha effettuato appena 71 passaggi nella metà campo avversaria, trovando comunque il compagno una volta su tre. Ben più spesso ha dovuto invece far ripartire l’azione cercando un compagno vicino e se l’è cavata egregiamente, visto che su 378 passaggi effettuati in totale, ne ha mandati a segno 302, con una percentuale di successo del 79,9%.
Il Buffon visto fuori dal campo, non è stato da meno: è sempre stato un leader, ma quest’anno quella fascia sul braccio, già indossata spesso in passato, ma ora definitivamente sua, lo ha forse ulteriormente responsabilizzato, così come la stima e la fiducia che la società gli ha dimostrato, con il rinnovo del contratto sino al 2015. Carismatico, trascinatore, mai banale, a sua personalità cresce di pari passo con il suo palmares. Gigi non è stato solo il capitano di un gruppo fenomenale, ne è l’emblema, la sintesi, l’esempio.
(Dati Opta)
