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Conte: «Cresceremo ancora»

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Conte: «Cresceremo ancora»
Conte: «Cresceremo ancora»
Conte: «Cresceremo ancora»

Chi pensa che due scudetti consecutivi possano aver saziato la Juventus, non conosce i bianconeri e, soprattutto Antonio Conte. negli occhi del tecnico c’è la stessa voglia di lavorare, di migliorarsi e di vincere di quando giocava e di quando è arrivato sulla panchina bianconera. E con questa voglia sta preparando la nuova stagione, prima a Chatillon e ora negli Stati Uniti, trasmettendola ogni giorno anche ai suoi uomini: «Ho trovato il primo gruppo che ha iniziato il ritiro in Valle d’Aosta molto preparato nonostante i 50 giorni di vacanza - sottolinea il tecnico - questo mi ha confermato di avere a che fare con grandi professionisti. Ora sono arrivati i Nazionali che hanno riposato meno, ma ho ricordato loro che, avendo vinto lo scudetto con tre giornate di anticipo avevamo staccato prima la spina. Mi aspetto molto da chi ha fatto la storia della Juve in questi due anni e sarò feroce nel ricordare loro che dovranno trascinare i nuovi arrivati».

Da questo punto di vista Conte può stare tranquillo, visto che pochi giorni fa Gigi Buffon aveva chiaramente detto temere che possa subentrare un po’ di appagamento in questa stagione. Un fatto che non deve verificarsi per il portiere e tanto meno per l’allenatore: «Mi fa piacere che il capitano parli così. Questa “paura” deve accompagnarci per tutto l’anno perché ci terrà svegli. Se qualcuno si sentisse appagato non sarebbe in sintonia con la mia filosofia e con quella della società. Proprio dai più esperti devono arrivare questi messaggi. Dobbiamo scongiurare tutti il pericolo della pancia piena: calciatori, staff, società e tifosi. Non possiamo pensare che non si può sempre vincere, perché alla Juve questa dev’essere l’unica ambizione».

Ripetersi per il terzo anno consecutivo sarebbe un’impresa, visto anche il livello delle avversarie, sicuramente cresciuto: «I valori stanno cambiando, le squadre sono in evoluzione, si stanno potenziando ed è aumentato il numero delle concorrenti - ribadisce Conte - Ci sono Juventus, Milan e Inter che per storia e tradizione devono puntare a vincere senza se e senza ma. Poi c’è il Napoli, che si è rinforzato con un grande allenatore che ha vinto praticamente tutto e che ha operato acquisti importanti. La Fiorentina, può ambire a vincere, per l’arrivo di Gomez, ma anche per l’acquisto di Rossi. La Lazio ha ampliato l’organico ed è quadrata tatticamente e la Roma sta cercando di reinvestire i soldi ottenuti dalla cessione di Marquinhos».

La Juve però si è mossa prima di tutti e decisamente bene, visti gli arrivi di Tevez Llorente e Ogbonna: «Carlos è un ragazzo di eccezionale disponibilità. In questo momento ha le gambe imballate, ma è un piacere vedere mentre si allenano lui, Fernando e Angelo. Si sono inseriti subito tutti nella mentalità di questa squadra. Con il loro arrivo e con l’esplosione di Pogba abbiamo alzato il livello di competitività in tutti i reparti. Era quello che dovevamo fare, perché la Juventus deve pensare in grande. Oggi non ci sono gerarchie. E’ normale che sui giornali i nuovi arrivati vengano inseriti nella formazione titolare, ma i miei giocatori sanno che gioca chi merita di più. Non ho certo simpatie o antipatie, o meglio: mi sta simpatico chi mi fa vincere...».

Il successo per Conte è l’unico obiettivo possibile, ma questo deve avvenire cercando di migliorarsi giorno dopo giorno: «C’è una differenza tra crescere e vincere. L’Inter che ha vinto il triplete, non è cresciuta, perché dopo quell’anno cos’è successo? Io non posso essere sicuro di vincere in questa stagione, ma sono sicuro che cresceremo, a livello tecnico ed economico. Abbiamo speso molto meno di quasi tutte le altre squadre che ho citato prima e stiamo raggiungendo un equilibrio che nei prossimi anni potrà darci maggiore possibilità di spesa. In questo senso questo è l’”anno zero”, il più difficile, perché si deve rientrare del denaro speso».

Proprio essere riusciti a vincere due scudetti consecutivi senza spese folli per Conte è un giustificato motivo di orgoglio: «In questi tre anni è stato fatto un grande lavoro, perché abbiamo vinto pur contenendo parecchio i costi. Nel primo anno abbiamo centrato lo scudetto con otto giocatori che venivano da due settimi posti consecutivi, inserendo Lichtsteiner, Vucinic, Pirlo a parametro zero e Vidal, pagato nove milioni... Nella mia gestione non ci sono mai state grandi spese. Chi dice il contrario dovrebbe guardare in casa propria, ma a volte si dà fiato alle trombe per mettere le mani avanti o per giustificare dei fallimenti».

La verità è una soltanto: la Juventus ha vinto perché ha praticato il calcio migliore. E questo non è frutto del caso, ma di un lavoro meticoloso che dovrà continuare in questa stagione: «Devono essere ben radicati i nostri principi di gioco che è fatto di possesso, coralità di manovra, organizzazione, equilibrio e aggressività. Tutto questo ci ha permesso di essere protagonisti per due anni di fila e quindi, a di là dei numeri e dei sistemi, i nostri principi devono rimanere ben saldi. Ora come ora indossiamo il vestito migliore, che esalta le caratteristiche dei giocatori a disposizione e questo è importante, perché il calciatore deve essere messo nelle condizioni migliori per esprimere le sue potenzialità».

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