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68 anni fa l’Avvocato alla guida della Juve

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68 anni fa l’Avvocato alla guida della Juve
68 anni fa l’Avvocato alla guida della Juve
68 anni fa l’Avvocato alla guida della Juve

Un’intera esistenza dedicata a lei, sette anni da Presidente. Per l’Avvocato, come la gente e i tifosi lo hanno conosciuto, la Juve è sempre stata una lezione di vita, oltreché un momento insostituibile di gioia e divertimento. Ebbene, se Giovanni Agnelli ha legato il suo nome a quello della Juventus per tutta una vita, è esattamente 68 anni fa che ne assumeva in prima persona la presidenza.

I suoi rapporti con la Juventus, che nel corso della vita gli ha regalato 41 successi, risalgono al 1935, quando scomparve il padre dopo l'epoca d'oro dei cinque scudetti consecutivi. Edoardo venne eletto presidente per acclamazione, mentre il nonno era dichiarato sostenitore bianconero.

Il destino si compì pertanto nel dopoguerra, quando Piero Dusio propose a Giovanni la presidenza della Juve: “E’ arrivato il momento”, gli comunicò con stringata decisione.

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Come l'Avvocato ebbe a ricordare in un’intervista nel 1967, riportata dall’edizione di maggio di Hurrà Juventus:

Quella Juve lo fu per davvero: i Tricolori arrivarono infatti nel 1950 e nel 1952. Il primo scudetto fu quello della Juve “forse più forte che abbia a ricordare”, nella parole di Boniperti, leader di uno squadrone che vantava anche il fortissimo oriundo Rinaldo Martino ed i danesi Praest e Hansen. Una formazione imbottita di campioni, come quella che fece il bis due anni dopo, con fuoriclasse come Parola e Muccinelli.

«Scrissero che una società di cinquant’anni ha un presidente di 25», dichiarò più avanti – nel 1997 – allo stesso magazine bianconero, ricordando i successi di quegli anni.

Il 18 settembre 1954 l'Avvocato lascerà la presidenza a Enrico Craveri, ma rimarrà sempre vicino alla sua Juve. Una vicinanza per la quale saremo sempre grati, vissuta attraverso la saggezza, il lavoro, la cultura e l’amore per lo sport. L’assiduità con la quale ha garantito appoggio alla squadra è stata, nel corso della sua inimitabile parabola di vita, incessante ed affettuosa.

Intervenendo con benevola ironia ed infondendo ottimismo nelle vicende bianconere, ha saputo plasmare il fato di una squadra “il cui destino è quello di vincere” (Hurrà Juventus, marzo 2001).

Nell’anno del centenario della Juventus, le augurò di cuore «un altro secolo così». E se la Signora del pallone ancora oggi staziona al vertice del calcio, è anche grazie a lui.

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