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Tanti auguri, Sergio!

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Tanti auguri, Sergio!
Tanti auguri, Sergio!
Tanti auguri, Sergio!

Le maniche arrotolate fin sopra i gomiti. Estate o inverno, non contava nulla. Quella era la divisa di Sergio Brio. Un modo di affrontare la partita. Un segnale per il centravanti di turno. Un monito per tutti quelli che si sarebbero trovati a intralciare il suo territorio di caccia. Alla Juve ci arriva bambino dalla natia Lecce. È l'autunno del 1974. Sergio, che è già alto come e più di un uomo con i suoi centonovantadue centimetri, ha appena diciotto anni. È a Coverciano, con la Nazionale Juniores. Gli osservatori della Juventus chiamano Boniperti. L'affare si fa, subito. Brio va con la Primavera, ma trova posto già nell'album Panini, un sogno.

È ancora acerbo, però. Meglio un po' di tirocinio. C'è la Pistoiese, in Serie C. Tre stagioni in arancione, l'ultima in B, però. Perché Brio è un vincente. 1978, la Juventus è (quasi) tutta al Mondiale d'Argentina. Boniperti, però, guarda avanti e richiama Brio. Il progetto, a medio termine, è prendere il posto di Francesco Morini che va per i trentacinque. Sergio si mette a disposizione. È umile e rispettoso. Al Trap piace un sacco. Bravo figliolo in tutto, però la tecnica avrebbe bisogno di un ripasso. Così lo sottopone avere e proprie torture con la palla.Il muro, la corda. Destro e sinistro. Stop e tiro.

Brio cresce fino a diventare campione del mondo l'otto dicembre 1985.

Oggi, a trent'anni di distanza da quella storica partita, da tutta la Juventus arrivano i migliori auguri di buon compleanno!

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