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L'eleganza della Signora

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L'eleganza della Signora
L'eleganza della Signora
L'eleganza della Signora

Un giro di orologio, in cui le ore sono decenni, ci accompagna attraverso una storia unica, nata per gioco, su una panchina, tanto tempo fa...

LA SECONDA ORA (1907-1916)

Al secondo rintocco avevamo già il primo scudetto in bacheca. Parlo in prima persona, perché mi sono sempre sentita una di voi. Sono stata anche la prima sede del club: oggi quasi ne rido con chi viene allo Juventus Museum e mi trova all’ingresso. Ah, non sapevate che abbiamo anche un museo? Be’, non fatemi correre troppo, ne parleremo quando le lancette avranno girato ancora un po’.

Ora voglio tornare al rosa di quell’alba radiosa. Rosa come le camicette sopra i pantaloni alla zuava che usavate per cominciare a capire quanto gusto regali vincere. Del primo tricolore però ho un ricordo in bianco e nero. Non sbiadito: già a strisce. Per via di quel pacco che partì rosa per Nottingham e tornò bianconero come il Notts County.

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L’aneddoto è noto al punto che la prima partita mai disputata allo Stadium fu proprio con quei lontani inglesi. Come? Non avete coscienza che abbiamo uno stadio tutto nostro? Anche su questo ci arriveremo, non siate impazienti.

In questo scorcio di giro d’orologio, avremmo anche vinto nel 1908 e nel 1909, ma per strane regole burocratiche, questi scudetti non ci vennero mai riconosciuti. Poco male, ci saremmo rifatti con gli interessi.

Ma la gioventù aveva ormai altro a cui pensare. Quest’ora lunga dieci anni era destinata a eclissarsi nella notte della ragione. L’Europa bruciava.

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