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OppositionWatch: l’Atletico Madrid

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L’Atletico Madrid dopo quattro giornate è al secondo posto nel gruppo D di UEFA Champions League con 7 punti, frutto di due vittorie, un pareggio e una sconfitta. Nell’ultimo turno nella massima manifestazione continentale ha perso 2-1 a Leverkusen sul campo del Bayer, dove non è bastato il gol nel recupero di Morata. Lo stesso attaccante spagnolo aveva risolto il match tra le due squadre al Wanda Metropolitano (1-0), uno dei due successi ottenuti fino ad ora. L’altro era arrivato a Mosca sul campo della Lokomotiv, un secco 2-0 firmato Joao Felix e Thomas Partey. L’unico pareggio è il 2-2 all’esordio contro la Juventus.

In Liga i colchoneros occupano la quarta posizione con 24 punti in 14 partite, a tre lunghezze di distanza dalla coppia Barcellona-Real Madrid, entrambe però con una gara in meno. Sabato, nell’ultimo turno, Koke e compagni hanno pareggiato 1-1 a Granada. Avanti al 60’ con il brasiliano Renan Lodi, si sono fatti raggiungere dalla rete di Barahona. E domenica prossima, tra le mura amiche, ospiteranno il Barcellona nel big match del 15° turno.

L’ANDATA AL WANDA METROPOLITANO

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Il 18 settembre, al Wanda Metropolitano, il gruppo D si è aperto con una delle partite giù spettacolari di tutta la fase a gironi fino ad ora: il 2-2 tra Atletico Madrid e Juventus. Bianconeri avanti 2-0 nel secondo tempo, prima con la sassata di sinistro di Juan Cuadrado al 48’ e poi con il bis di Blaise Matuidi al 67' su perfetto cross di Alex Sandro dalla sinistra. Ma nel finale la squadra di Simeone è riuscita a pareggiare la sfida, sfruttando al meglio le palle inattive. Di Savic al 70’ ed Herrera al 90’ i due gol dei colchoneros.

Il pericolo dalle palle inattive

Grande fase difensiva e straordinaria capacità nello sfruttare i calci da fermo: queste le armi migliori della squadra di mister Simeone.

Così come nell’andata dei quarti di finale della scorsa stagione anche nella prima partita del girone D di questa Champions League, i colchoneros sono riusciti a colpire la difesa bianconera attraverso azioni nate su sviluppo di calci da fermo. Nella gara del 18 settembre, sotto di due reti, i padroni di casa hanno sfruttato al meglio questa situazione di gioco riuscendo a riequilibrare il risultato.

Il gol di Savic nasce da una calcio di punizione battuto dalla trequarti bianconera che va a trovare la testa di Koke sul secondo palo. Il centrocampista spagnolo serve l’assist per Savic che da pochi passi, sempre di testa, batte Szczęsny. Sulla battuta della punizione, sono ben sette i giocatori che attaccano l’area di rigore avversaria.

Situazione che si ripropone al 90esimo, stavolta su calcio d’angolo. Anche in questo caso sette uomini occupano l’area della Juventus e, nonostante tutti e dieci i giocatori di movimento bianconeri siano a difesa della propria porta, arrivano sulla palla Herrera, autore della deviazione vincente, e Giménez che stacca in terzo tempo.

Movimenti dentro all’area, precisione nel calcio e abilità nel creare blocchi, rendono spesso difficile la lettura di queste situazioni di gioco. Come nella gara di ritorno della scorsa stagione, con la splendida rimonta per 3 a 0 della Juventus, i bianconeri dovranno cercare soprattutto di evitare di concedere calci d’angolo o punizioni a ridosso della propria area di rigore.

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