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Parola al "The Best": Gigi Buffon

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Parola al "The Best": Gigi Buffon
Parola al "The Best": Gigi Buffon
Parola al "The Best": Gigi Buffon

**"The Best" Goalkeeper 2017:** ieri **Gigi Buffon** riceveva a Londra dalla **FIFA** il prestigioso riconoscimento di miglior portiere della passata stagione, oltre ad essere stato inserito nel "World 11", la formazione ideale composta dai migliori giocatori del pianeta.

Un premio che oggi il capitano bianconero ha commentato ai microfoni di Sky Sport, in un'intervista esclusiva, partendo proprio dalle emozioni provate ieri sera in occasione di questa cerimonia: «Ero davvero soddisfatto, felice ed orgoglioso di ricevere un riconoscimento per nulla scontato e meritato per quanto ho fatto. Poche volte ho provato un mix di emozioni tale: la più grande gioia sta nella consapevolezza che, se non avessi alle mie spalle un club così importante e una squadra così forte, non avrei mai potuto raggiungere questo traguardo. La condivisione, si tratti di dolori o di gioia, è senza dubbio l'aspetto più bello degli sport di squadra».

«UDINE? HO FATTO IL MIO LAVORO»

A Udine è stato, ancora una volta, Super Gigi, con due grandi parate che hanno salvato il risultato sul finale della prima frazione. Apparentemente semplici, eppure complicate: «Per caratteristiche, penso di essere un portiere che “semplifica” gli interventi. Non è qualcosa che faccio appositamente, ma, per natura, non ho doti acrobatiche, e questo potrebbe essere anche un mio difetto. A Udine ho fatto quello che dovrei fare sempre, perché questo è il mio lavoro e se ho l'ambizione e la pretesa di rimanere a certi livelli e godere di un certo tipo di considerazione, questo è ciò che devo fare in ogni partita».

LA COMPATTEZZA NEL MOMENTO PIÙ DIFFICILE

Una gara difficile, tra vantaggio dei padroni di casa e buona parte di partita giocata con un uomo in meno: «Sicuramente è stato un bel banco di prova: la partita in sé aveva delle difficoltà, e lo svantaggio iniziale non ha fatto che confermarle. Eravamo stati bravi a recuperare e ribaltare la situazione, poi l'espulsione di Mario ha fatto sì che le cose si facessero più complicate. Proprio nel momento più difficile, però, siamo riusciti a trovare una compattezza di spirito tale da consentirci di vincere una gara determinante e complicata».

È GIÀ UNA FASE DECISIVA DELLA STAGIONE

Un momento determinante, tra Juventus e Nazionale: «Ho approcciato a questa stagione con grande entusiasmo e con una certa serenità di fondo: ti aspetti sempre che, magari, arrivando quasi ai titoli di coda la casualità e la vita ti vengano un po' incontro a semplificarti le cose. Invece, come mi è capitato spesso sia a livello personale che a livello professionale, le cose semplici non mi sono mai piaciute e ho dovuto tirarmi su le maniche anche stavolta. Già ad ottobre ci stiamo giocando tanto, sia con la Juve, sia con la Nazionale».

«SERENO E CONVINTO DELLA MIA SCELTA»

Sarà davvero l'ultima stagione di attività del capitano bianconero? «Sono abbastanza convinto delle scelte che intraprendo e mi sento molto sereno: non ho paura del futuro, anzi, lo affronterò con entusiasmo e desiderio di mettermi alla prova. Un anno o due in più non aggiungererebbero nulla a ciò che ho già fatto, e ci vorrebbe un senso particolare per andare avanti. L'unico caso potrebbe essere, qualora vincessimo la Champions League, proseguire per giocare la Coppa del Mondo per Club. In quel caso, penso che Szczesny un paio di partite me le possa far giocare... Ma con un portiere come lui alle mia spalle, credo sia normale che io mi faccia da parte il prossimo anno».

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