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Llorente: «Un anno incredibile»

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Llorente: «Un anno incredibile»
Llorente: «Un anno incredibile»
Llorente: «Un anno incredibile»

Il terzo scudetto consecutivo non si festeggia solo in Italia, ma in tutto il mondo, dove la fan base bianconera è in crescita continua, di pari passo con i record infranti dai campioni della Juventus.

Anche oggi, i canali web della Juventus hanno abbattuto ogni barriera spazio-temporale, consentendo anche a chi vive oltreoceano di condividere le proprie emozioni per quest’indimenticabile annata proprio con coloro che, domenica dopo domenica, le hanno suscitate nei nostri cuori: i campioni bianconeri.

Dopo Marchisio e Giorgio Chiellini, è stata la volta di Fernando Llorente: a margine dell’evento Jeep al Balocco Prooving Ground, infatti, il bomber di Pamplona si è accomodato davanti alla telecamera per una chat en directo con quattro aficionados ospiti dell’Official Sponsor Jeep, dall’altro lato del mondo.

In collegamento Google Hangout, infatti, c’erano Rafael dal Brasile, Fernando da Porto Rico, Alan dal Messico e Santiago dall’Ecuador.

“Come ci si sente a vincere lo scudetto al primo anno, battendo tutti i record possibili?”

Non poteva che essere questa la prima domanda per il Re Leone, che ha così risposto: «Assolutamente incredibile. Fare parte di un club come la Juve, grandissimo, conosciuto in tutto il mondo mi fa sentire un privilegiato. Poi vincere al primo anno lo scudetto e ottenere il record di punti in campionato mi fa essere molto contento per come è andata tutta la stagione».

A detta di Llorente, l’anima guerriera di questa squadra, dovendo scegliere un nome fra i tanti, viene proprio dal Sud America. Dal Cile, per la precisione:

«Direi è un guerriero dentro il campo e fuori dal campo. E’ uno dei giocatori più importanti che abbiamo, dà un livello importantissimo alla squadra facendo anche molti gol. Davvero un grandissimo giocatore!»

Svestiti i panni del pilota nel circuito di Balocco, Llorente ha anche parlato della sua esperienza al volante, dove nello sterrato oggi non è stato meno ‘guerrero’ di Arturo Vidal: «Guido una Jeep Gran Cherokee per strade e autostrade ed è fenomenale: sono molto contento del mio primo anno con Jeep, la macchina si comporta in maniera formidabile».

Santiago ha chiesto al campione bianconero qualche consiglio per i bambini che sognano di ripercorrere la sua formidabile carriera: «Da piccolo avevo tante illusioni», ha confessato lo spagnolo, «ma arriva un momento di fare sacrifici, passare molto tempo giocando, applicandosi, migliorando giorno per giorno. Ma la cosa importante fin tanto che sei ragazzo è divertirsi, e se hai la fortuna di arrivare in un club che può coltivare questa passione, puoi arrivare anche in prima squadra».

Così è andata a Llorente, che dal momento del suo esordio in prima squadra all’Atletico Bilbao all’età di 19 anni – non ha più smesso di segnare. «Da piccolo sapevo di voler fare il calciatore. A 11 anni sono entrato nell’Atletico e in quel momento il mio sogno era essere un giocatore professionista. A 19 anni ho avuto questa opportunità e ne ho approfittato. Anno dopo anno, non è stato facile guadagnarmi il posto ma ce l’ho fatta, e ora sono alla Juventus, contento perché è uno dei migliori club al mondo!»

Proprio nella squadra basca, confessa Llorente, ha segnato uno dei suoi gol più memorabili in carriera, quello in semifinale dell’ Europa League 2012 contro lo Sporting Lisbona.

Le ultime battute riguardano il potere del calcio di cambiare il mondo e riuscire laddove la politica, talvolta, fallisce – considerazione nata a partire da una celebre frase di Nelson Mandela – e i tifosi bianconeri, ai quali è andato un sincero ringraziamento - loro che tanto l’hanno incitato nel corso di tutta questa stagione. «In tutto mondo c’è una quantità di tifosi che si uniscono e vivono momenti meravigliosi, è la cosa più bella del futbol: muove le montagne»

«Per noi», ha infine aggiunto, «quelli bianconeri sono incredibili, ci trasmettono sempre la loro forza, ad ogni partita: quando sono arrivato a Torino mi hanno ricevuto subito con i cori! Non l’avevo mai vissuto, e dentro il campo questo ti dà la forza di continuare a lottare». Fino alla fine.

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